Accadde per caso o per destino

Autore: Giorgia Spano
Anno: 2014
Pagine: 192
ISBN: 978-88-98692-16-3
Prezzo:€ 14,00
Note: Formato 15×21 – in copertina Soul Seekers di Giorgio Casu

#

#

#

Il Libro

Prologo

Nicole guardava l’uomo su quel letto d’ospedale e stentava a riconoscerlo. Il viso quasi interamente coperto di bende. Alle tempie elettrodi collegati al monitor per il controllo dell’attività cerebrale, sul petto altri elettrodi per il controllo cardiaco, il braccio sinistro collegato alla flebo.

Nella stanza asettica dalle pareti verdi e i soffitti bianchi, il tempo era scandito dal suono freddo delle macchine che vigilavano sulla sua vita. Alla sinistra del letto, lo schermo dell’elettrocardiografo, un cuoricino verde che si accendeva e si spegneva con un monotono bip che faticosamente segnava il ritmo del suo cuore. A destra, lo schermo dell’elettroencefalografo in cui le linee segnavano i suoi sogni, i suoi pensieri per lo più piatti.

Regnava il silenzio, rotto, di tanto in tanto, dal passo leggero di infermieri e medici in visita di controllo.

Erano passate ormai tre settimane e quel corpo immobile sul letto d’ospedale non aveva mai dato segni di voler continuare a vivere.

– Oh, amore mio, ti prego non lasciarmi, apri gli occhi. So che mi senti, fai uno sforzo, ti prego, non lasciarmi, non posso vivere senza te.

Da giorni, continuava a parlare con lui, aveva letto da qualche parte che era utile stimolare il paziente con i ricordi, con qualche musica o suono che potesse avere un valore particolare.

Nicole gli faceva sentire e risentire più volte la loro canzone e spesso, tra le lacrime, anche lei cantava sommessa seguendo la musica.

Gli parlava di ciò che succedeva nel mondo di fuori e di quanto la famiglia e gli amici gli fossero vicini nonostante non potessero entrare nella stanza del reparto di terapia intensiva.

I medici non erano fiduciosi, la loro diagnosi di coma irreversibile era avvalorata da una letteratura scientifica che lasciava poche speranze. Ma Nicole non si arrendeva, si disperava forse, ma non si arrendeva. Continuava a perdere forze, non mangiava, non dormiva, in ogni momento stava vicino a lui.

Quel sabato non aveva niente di diverso dagli altri lunghi giorni passati in ospedale. Il cielo era nuvoloso, ogni tanto pioveva.

Nicole, seduta a fianco al letto, leggeva ad alta voce Poesie d’amore e di vita di Pablo Neruda, uno dei suoi libri preferiti. Inaspettatamente i bip del cuore cominciarono a essere più ravvicinati; da verde, il cuoricino divenne rosso. Qualche secondo e scattò l’allarme collegato alla luce d’emergenza sopra la porta d’ingresso della stanza.

D’impeto Nicole si alzò in piedi mentre il libro le rotolava sulle gambe per finire rovesciato sul pavimento.

Gli pose una mano sul petto come per tranquillizzarlo. Cercò di accarezzarlo dolcemente, ma la corsa del suo cuore sembrava non voler rallentare. Paura.

– Cosa sta succedendo amore mio? Cosa c’è? Stai tranquillo…

Lui d’improvviso spalancò gli occhi e dopo qualche secondo sembrò mettere a fuoco il viso di Nicole.

Guardando gli occhi aperti dell’uomo, lei sentì che l’incubo era ormai passato, sentì la paura dissolversi e finalmente allontanarsi. Lui cominciò a ripetere il suo nome.

La sua voce, finalmente, la sua voce!

– Nicole, io… non… ce la… facc… t…a…mo…

Parole sospirate, flebili, la bocca chiusa per tanto tempo sembrava ostacolarle. Ma Nicole per la prima volta sorrise, sentiva che il pericolo era scampato, il suono della sua voce e i suoi bellissimi occhi che la guardavano, ne erano la prova. Tuttavia il suono persistente dell’allarme continuava ad alimentare la sua angoscia.

– Oh amore mio, come non ce la fai? Sei qui, sei sveglio, mi parli! Oh mio Dio, finalmente! Io sono qui, stai tranquillo, non ti lascerò mai!

Con uno sforzo che sembrò quasi sovraumano lui cercò di continuare a parlare.

– T…merò… semp….ti… regalo… sonno.

Parole, quasi incomprensibili, emesse come fossero rigurgiti di aria e dolore.

– Amore, non parlare, stai tranquillo, sono qui…

La sua risposta fu un respiro bloccato in fondo alla gola, un gemito stridulo, un suono improvviso di morte, la bocca spalancata affamata d’aria. Gli occhi aperti e vacui fissi su Nicole.

Arrivarono di corsa medici e infermieri.

– È in arresto cardiaco! Defibrillatore!

Nicole, attonita, guardava da un angolo della stanza quel corpo che si sollevava a ogni scossa. Al terzo tentativo senza risultato, uno dei medici praticò il massaggio cardiaco mentre l’altro inoculava i farmaci per la rianimazione forzata.

– Non c’è niente da fare, proviamo ancora con il defibrillatore!

Una scossa, due, tre. Niente.

Nicole sentì il proprio cuore spaccarsi, frantumarsi, sentì la sua anima andare via con lui.