Introduzione di Cecilia Dau Novelli e Sandro Ruju (5/5)

L’imprenditoria francese svolse un ruolo propulsivo anche nello sviluppo dell’industria conciaria isolana: non a caso, dopo la metà  dell’Ottocento, arrivarono da Montpellier Scipion Viela e Adrien Gavaudo che aprirono, rispettivamente a Sassari e a Cagliari, le prime manifatture capitalistiche in un comparto dove pure esisteva una radicata tradizione locale, non solo nelle città  capoluogo, ma anche in centri minori e in particolare a Bosa. E fu proprio recandosi in terra francese e confrontandosi con le innovazioni tecnologiche che il sassarese Salvatore Dau riuscì a compiere un salto di qualità  trasformando in qualche decennio l’opificio del padre in una fabbrica moderna.

La Sardegna disponeva inoltre di una buona tradizione artigiana nella lavorazione del legno: in questo comparto si formarono a fine Ottocento due ditte importanti: quella dei fratelli Clemente (che operarono a lungo in forte sintonia accettando la leaderschip manageriale del fratello maggiore Pasquale) e quella di Guglielmo Cao  (la voce sul figlio Marino è stata preparata da Immacolata Cinus.

Anche nell’arte tipografica c’era una significativa tradizione: dalla famosa ditta cagliaritana di Antonio Timon proveniva ad esempio il giovane Giuseppe Dessì, che chiamato a Sassari come capo-operaio, costruì poi una sua azienda altrettanto rinomata. Un percorso in parte analogo a quello compiuto da Giovanni Gallizzi, un milanese arrivato a Sassari per lavorare nella tipografia Azuni, che impiantò a fine Ottocento un suo stabilimento gestito poi dal figlio Arnaldo (le due biografie relative a questo comparto sono rispettivamente di Piero Pulina e Daniele Sanna).

Questo primo volume del Dizionario contiene inoltre una breve biografia dell’ingegner Paolo Marras, dinamico personaggio che ha svolto un ruolo importante nella creazione della cartiera di Arbatax. A questa voce ne seguiranno altre relative ad imprenditori che hanno svolto un ruolo importante nella creazione e nel funzionamento dei cosiddetti poli di sviluppo, che stanno vivendo in questi anni un declino forse irreversibile e le cui vicende attendono un organico bilancio storiografico.

I lemmi relativi a Enrico Fadda e Ignazio Fadda danno conto invece di storie imprenditoriali di lunga durata. Al primo, che fu agli inizi del Novecento, presidente della Società  degli operai di Cagliari, subentrarono i figli e poi i nipoti, che gestiscono tutt’ora il commercio all’ingrosso di legname. Il secondo è il capostipite di una famiglia che, partendo dalle competenze acquisite con l’iniziale negozio di ferramenta, è riuscita a crescere notevolmente tanto che gestisce attualmente 10 punti vendita in tutta l’isola. Al settore commerciale appartiene anche un altro imprenditore cagliaritano, Antonio Cocco, che fu presidente della Camera di Commercio; ad affiancarlo fu a lungo Sabatino Signoriello, commerciante di tessuti di origine campana.

Siamo peraltro consapevoli che in questo primo volume risulta sottovalutata la presenza di figure imprenditoriali nei diversi rami dei servizi. Non mancano, peraltro, personaggi che hanno svolto un ruolo importante nel settore dei trasporti: dallo spedizioniere Alfonso Aurbacher, di origini austriache, a Giovanni Agostino Varsi (che ebbe un ruolo importante nello sviluppo del porto di Cagliari), a Sebastiano Pani, un dinamico imprenditore cagliaritano che  si trasferì a Sassari (a lui si deve, tra l’altro, la creazione del servizio di Granturismo che consentì di  ridurre i tempi di percorrenza tra i due capi dell’isola).

Ma certamente uno spazio non ancora adeguato è quello riservato all’importante comparto del credito, su cui peraltro sono già  in preparazione le voci sui due Cavalieri del Lavoro Stefano Siglienti e Angelo Giagu De Martini): in questo volume oltre ai già  citati Brunengo e Alivia, compare una voce relativa ad Antonio Costa, che creò già  a metà  Ottocento una sua banca ad Alghero, città  che rappresentò in Parlamento per quasi vent’anni. Così come risulta finora quasi del tutto assente il ceto imprenditoriale legato al mondo del turismo, realtà  economica che ha profondamente trasformato la Sardegna nell’ultimo cinquantennio.