I consoli britannici in Sardegna (1750-1934)

Autori: Valeria Deplano /Giangiacomo Orrù
Anno: 2012
Pagine: 180
ISBN: 978-88-95692-54-8
Prezzo: € 20,00 (acquista online)
Note: -

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Il volume

Il volume contiene una raccolta di documenti conservati presso i National Archives di Kew, a Londra, riguardanti la presenza e l’attività  consolare britannica in Sardegna dalla metà  del Settecento al Ventesimo secolo. I testi sono preceduti da un’introduzione storica e da una nota archivistica.

Dalla Presentazione

Che la storia della Sardegna non possa essere scritta limitandosi alle fonti documentarie presenti negli archivi sardi è cosa fin troppo ovvia per meritare una qualche discussione. Va tuttavia sottolineata la mancanza di una pratica sistematica, capace di andare oltre i pochi grandi archivi non sardi – pensiamo soprattutto all’Archivio di Stato di Torino e all’Archivio della Corona d’Aragona – da sempre frequentati dagli studiosi di cose isolane.

Questa collana – che abbiamo voluto intitolare La Memoria Ritrovata – nasce appunto dalla convinzione che il terreno d’esplorazione documentaria relativo alla storia sarda debba essere significativamente allargato, comprendendo non solo quegli archivi di cui già  si conosce l’importanza per la storia sarda, ma soprattutto procedendo a ricerche sistematiche in altri archivi italiani e stranieri sotto questo aspetto quasi inesplorati. La Memoria Ritrovata è una collana che si propone di presentare i risultati delle ricerche documentarie di un gruppo di studiose e studiosi che fanno riferimento al Dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni e al Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio dell’Università  degli Studi di Cagliari. Ogni volume, che sarà  dedicato a un tema specifico o presenterà  un singolo fondo documentario, comprenderà  un saggio introduttivo, una nota archivistica e una larga scelta di documenti. La Memoria Ritrovata non è solo una collana. Abbiamo infatti aperto un sito web, nel quale contiamo di mettere a disposizione i fondi documentari che mano a mano le nostre ricerche archivistiche produrranno. […]

Indice

  • Presentazione
  • Introduzione
  • Appendice biografica
  • Nota archivistica
  • Sigle e abbreviazioni
  • Documenti
  • Indice dei documenti
  • Indice dei nomi

Dall’Introduzione

Navi inglesi compaiono con  qualche frequenza nel Mediterraneo nel XV secolo, dirette verso il Levante, e consolidano la loro presenza  nella seconda metà  del Cinquecento. Nei porti del bacino, i mercanti inglesi  vendono  i loro  prodotti – pesce, lana, piombo, stagno -  in cambio di olio, tappeti, vino, seta e spezie, molto richiesti in Inghilterra. Un atteggiamento accorto e insieme spregiudicato nella gestione degli affari, che unisce la fondazione della Levant Company nel 1581 al ricorso sistematico alla guerra di corsa, e a cui si accompagna una certa prudenza nel rapporto con il mondo islamico, fanno sì che l’Inghilterra conquisti uno spazio sempre più importante nei commerci mediterranei. La crescente presenza inglese è accompagnata, fin dal primo momento, dalla apertura di postazioni consolari nei principali porti. “Gli inglesi”, ricorda Fernand Braudel, “aprono un consolato a Napoli, in comune con francesi e tedeschi e, nello stesso anno, ne aprono uno, per loro conto, a Marsiglia”. Dopo venti anni tocca a Pisa diventare sede consolare, la più importante, perché permette agli inglesi di “aggirare il doppio monopolio in Levante di Genova e Venezia”.

I primi consoli sono espressione delle comunità  di commercianti insediate nei maggiori snodi portuali, organizzate per garantire i traffici e tutelare i loro crescenti interessi. In seguito i consoli vengono nominati dalle compagnie commerciali, ma continuano ad agire in maniera indipendente, senza avere contatti né tra di loro né direttamente con Londra. Il controllo del governo arriverà  soltanto nel XVII secolo, e li trasformerà  da mercanti in funzionari di Stato. […]