Un piccolo assaggio del libro Quando la notte non era…

Dalla nota critica di Alessandra Menesini

Non ad Eos dalle rosee dita cantata da Omero. Non alle tenui albe mediterranee, ma alle fiammanti aurore boreali sono ispirati i dipinti di Franca Nurchis. Artista che affianca, come fossero un’unica cosa, l’espressione pittorica a quella poetica. […]

“Quando la notte non era e per il giorno non vi era posto”: le parole accompagnano le immagini, ne spiegano la genesi, mettono in risalto i particolari compositivi e le variazioni tonali. Anni fa, nei capitoli della sua passata produzione, Franca Nurchis indagava i deserti. Distese di sabbia mai immobili, sempre percorse da onde, modificate dal vento e custodi di una vita invisibile.

La sabbia c’è ancora, sottesa ai colori. Serve a dare concretezza alle visioni di aurore polari fatte di raggi e di tenebre, a esorcizzare lo sgomento degli umani di fronte al buio, a festeggiare la luce che torna, ad “arrotolare i cieli su oceani nascosti”. […]

Autrice di grande sensibilità , Franca Nurchis rappresenta una cosmogonia della speranza, ma non dell’illusione. Premono, le forze plumbee e nonostante si ammantino di riflessi lunari mantengono una minacciosa compattezza che si scioglie solo al primo calore del mattino. Poi tutto ricomincia e le ombre si allungano fino a che il carro di Fetonte ricomincia il suo giro e annuncia agli dei l’approssimarsi di Elio. O comunque di qualcosa che mai si ferma, in una spola perpetua.