Perico
Autore: Juan José Morosoli
Anno: 2014
Pagine: 72
ISBN: 978-88-98692-14-9
Prezzo:€ 13,00
Note: Disponibile da giugno 2014
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Il libro
Perico (Pappagallo) è un’antologia di racconti per bambini e bambini – quelli delle classi 5A e 5B della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Serramanna – sono coloro che hanno portato a compimento un pregevole lavoro: aver tradotto, per la prima volta in lingua italiana, la raccolta completa dei racconti per bambini di Juan José Morosoli, Perico. Relatos para niños; una raccolta inserita nel volume Cuentos completos, pubblicato nel 2009 dalla casa editrice Banda Oriental. Perico è la seconda opera di Morosoli che viene tradotta in lingua italiana, dopo I muratori di Los Tapes (Los Albañiles de Los Tapes), pubblicata nella Svizzera italiana nel 1989 dall’editore Casagrande di Bellinzona.
L’auspicio è che questo significativo lavoro possa essere diffuso in Italia e che i protagonisti delle piccole e brevi storie raccontate da Juan José Morosoli possano diventare dei nuovi compagni di viaggio, in grado di accompagnare, con le loro storie e i loro valori, tantissimi bambini italiani nel loro – non sempre facile – percorso di crescita.
Quarta di copertina
“Gli alunni che hanno frequentato nell’anno scolastico 2011-2012 la V classe della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Serramanna hanno tradotto, guidati dalle loro maestre, ventuno racconti (“cuentos”) per bambini, scritti da Juan José Morosoli, uno dei più importanti scrittori dell’Uruguay, di origine ticinese, attualmente considerato uno dei grandi maestri del racconto breve uruguayano. […]
Un lavoro importante, impreziosito dai disegni colorati dei bambini che riproducono i personaggi, protagonisti dei racconti, come il signor Domingo, il negretto Féliz, Pololo, Faustinito o Perico, divenuti i compagni inseparabili di migliaia di bambini e studenti dell’Uruguay” (Martino Contu).
“[…] un libro fatto di storie di un paese in cui la polvere delle strade era anch’essa compagna dei giochi e in cui i mandriani, il cacciatore di gazze, i carbonai e perfino la cavalleria di un esercito in guerra rappresentano i miti di una società semplice e profonda nello stesso tempo. La traduzione non è stata facile, anche se lo spagnolo è per noi sardi facilmente comprensibile” (Laura Caddeo).
“Ritengo di fondamentale importanza, per lo sviluppo individuale e sociale di ogni studente, il confrontarsi con culture, tradizioni e mentalità diverse dalla nostra.
Attraverso tale proficuo rapportarsi al ‘diverso e lontano’ i nostri ragazzi hanno avuto modo di conoscere un modo alternativo di stare al mondo, di immaginare e concepire l’esistente” (Sergio Murgia).
Estratto dal libro
La cascina è in aperta campagna.
Tra la fattoria e la città.
Hanno già tagliato e trebbiato il grano.
Ecco perché si vedono in fondo al campo dei mucchi di paglia dorata.
Nel campo si semina il mais, approfittando usando i fusti di grano tagliato come fertilizzante.
Quando il mais è maturo le foglie hanno il colore e il suono del metallo.
Il raccolto si fa tagliando le piante quando le pannocchie sono mature.
Il campo rimane allora pieno di mucchi dorati e sembra una capanna degli Indios.
L’aratura del grano si comincia in aprile.
È bellissimo veder l’aratura lenta all’alba. L’aratore e i suoi buoi in controluce sembrano delle sculture.
Gli uccelli seguono l’aratore con voli brevi e pizzicano il terreno per rubare i semi che cadono.
La famiglia ha una organizzazione perfetta all’interno della cascina. Lavorano tutti.
Gli uomini arano, seminano e tagliano il grano e il mais.
Le donne proteggono il mais, seminano patate dolci, lavorano la terra e piantano zucche e angurie.
I bambini pascolano i maiali e i buoi, oppure cercano nidi di galline per prendere le uova.
L’agricoltore sa fare molte cose.
Costruisce la sua casa e prepara il pane. È fabbro e falegname.
Gli agricoltori lavorano per tutta la vita su terre in affitto.
Non sempre mangiano pane di grano, sostituendolo con patate bollite o gallette dure.
Se lavorano la propria terra vivono in case più salubri e comode.
Il locatore affitta la propria terra senza casa, quindi l’agricoltore si deve costruire la capanna.
Siccome le locazioni sono di breve durata, l’abitazione pare provvisoria.
In alcune zone del Paese le cascine sono molto scarse.
Il giorno in cui le grandi tenute saranno sostitute da cascine e fattorie il Paese sarà molto più ricco.