Il sole non ci crede

Autore: Maria Luisa Careddu
Formato: 15×21
Anno: 2017
Pagine: 96
ISBN: 978-88-98692-47-7
Prezzo: € 12,00
Note: Immagine di copertina di Michele Ciacciofera 2015 “Considerazioni su un elemento al di sopra di ogni sospetto” – fotografie di Francesca Meloni

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La prefazione di Gianluca Corsi

Quella della poesia è una forza particolare: discreta, apparentemente  “innocua”, perché senza effetti immediati sul piano della realtà concreta e, per così dire, tangibile. È la forza che le deriva dai mille modi con cui essa “condiziona” la vita dell’uomo: controcanto che – ora costeggia le pieghe dell’esistere, si adagia sulle piaghe della vicenda umana, al tempo stesso esaltandole e mitigandole – ora se ne distacca e punta verso un altrove completamente separato – ora, invece, intraprende l’avventura di una navigazione ardita che porti la parola e la pronuncia oltre i marosi dell’instabilità e del conflitto, alla ricerca di approdi inesplorati che, seppure occultati, sono ben dentro la trama della vita, non come semplice spettatore, ma come dinamica stessa del suo essere.

Alla degradazione oppone un nucleo forte, resistente, ciò che in ogni momento – e specie quando la crisi è più acuta e come irriducibile – salva qualcosa dell’uomo. Risiede qui – credo – il respiro grande della poesia, quella sua capacità di parlare del e al proprio tempo – indagarlo, testimoniarlo – ma anche andarne oltre, aprendosi alla durata, alla sfida del futuro, aperto a una pluralità di domande, eppure ben salda nella propria identità.

È lo stesso respiro che caratterizza sempre più marcatamente le tappe recenti della poesia di Maria Luisa Careddu, Le ragioni del vento, Touché e ora Il sole non ci crede: originale esperienza di un itinerario poetico rigoroso e schivo, consapevole della propria autenticità. È l’episodio conclusivo di una trilogia insolita, iniziata nel segno di una lirica decisamente più “istintiva”, diventata poi mentale, quasi “filosofica”, in Touché, che sembra finalmente trovare un perfetto equilibrio in questa raccolta.

Qui è quasi condensato lo slancio ardente dell’autrice verso la bellezza, già toccato nelle due precedenti raccolte, e richiamato nel titolo emblematico attraverso lo stupore del sole, divenuto spettatore incredulo della bellezza immutabile della natura che va ad illuminare. “E non cercare più niente, / che niente è la mia ombra e tu il sole, / e quando cerchiamo siamo già oltre / tra torri e danze e canti fiamminghi / tu luce, io dardo”.

Nella poesia di Maria Luisa Careddu sembra avverarsi l’incontro, in chiave moderna, di un certo francescanesimo con la tradizione visionaria anglosassone, a cominciare dal John Keats di “Beauty is truth, truth beauty” (La bellezza è verità, la verità bellezza), in cui il sole del titolo, anche quando non citato, è sempre presente. Come in Via Lattea: “composti rami / chiedono grilli / libere voci / cantano / liberi cieli, / sulla pelle / seta di papaveri / e occhi di salsedine / in salamoia di dita… / freschi raggi / di latte e miele d’acacia”.

O, ancora, nei versi “Dioniso ha ancorato / il carro / alla prima contrada di stelle, / il giovane Apollo / presiede alla biga / come un’ape a un fiore / e un mare gessato / muove luci e suoni”.

A corredo delle liriche, quasi un completamento, l’evocativa copertina di Michele Ciacciofera, e – all’interno – la bellezza minimale delle fotografie di Francesca Meloni: rigorosamente in bianco e nero, come in attesa trepidante che il sole le illumini col suo stupore infantile.