Controbuio

Autore: Alberto Cocco
Anno: 2011
Pagine: 102
ISBN: 978-88-95692-42-5
Prezzo: € 10,00
Note: nd

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Il libro

Controbuio nel gioco del poker è una delle due puntate obbligatorie che si effettuano prima della distribuzione delle carte, e come nel gioco – scandito dai suoi ritmi e dalle sue regole – Alberto Cocco punta tutto sulla ricerca della natura dei sentimenti, sulla bruciante passione che anima l’agire dell’uomo, sulla graffiante realtà  del tempo, sul mondo che si consuma. E infine traduce la posta in poesia.

*La prefazione di Guido Oldani

“Cantami o diva del pelìde Achille…”, Alberto Cocco però scende a precipizio dal mito e dal Parnaso e si rivolge, un po’ invocandola con affetto domestico , alla sua propria penna che non lo abbandoni nel momento segreto della scrittura. E’ una scrittura che viene da lontano e, tutto sommato sembra più una storia orizzontale , che abbia quasi una sua uniformità , piuttosto che un cammino che viene da chissà  dove, evolvendo e mutando secondo le scadenze temporali. Lui, l’autore, si è scelta una vita a modo suo avventurosa, mettendosi nell’istituzione dei vigili del fuoco, che forse è l’unica a godere dell’affetto e della gratitudine della gente. Lui, l’uomo dell’agave, antica ed ossuta, la escava , la ribalta, estirpandola con rispetto. Sembra una metafora del vivere. Bisogna togliere il passato ma con un gesto di fatica e di sacralità . Alberto Cocco sta nella sua isola-continente, non sotto un “cielo di lardo” ma in una spazialità  e temporalità  che sembrano infinite e che pure invece raccolgono nella conclusiva singolarità . E’ soggetto protagonista , la donna che dorme, la ragazza che siede sulla bitta o quell’altra che sembra femminilmente un maschio. O è ancora il soggetto coi capelli lunghi femminili, che gioca a carte, che fotografa o proietta sequenze d’immagini; e poi c’è il matto del paese o lo sconosciuto a memoria del quale restano solo dei fiori secchi sul ciglio della strada. E il cane abbaia, saluta il padrone che rientra, anche quando è notte. L’autore è dunque tanti soggetti, sempre teneramente e duramente soli, certo che Ungaretti si sente , ma così lontano da potercelo quasi devotamente dimenticare. Viene alla mente, invece la potente linea ligure, della quale la Sardegna è tutto sommato dirimpettaia,serbando pure qualche traccia linguistica. Sì che si ricorda Sbarbaro o persino un Saba condotto ad immergersi nella ligure scabrosità ; qui però nel rettangolo zatteriforme di Sardegna, c’è un di più di spazio ma anche di raccoglimento in sé. Questa è la demarcazione precisa, credo, fra Cocco e la multiforme pattuglia dei liguri. Il mare animoso e la costa tenace si battono fra di loro come due pietre focaie. Questa sarebbe la poetica di Alberto Cocco, se egli non sapesse che è più importante un solo uomo che non l’infinita natura circostante. Così questo autore, giunto ad un esordio non precoce ed all’età  nella quale si può persino spiare fra i capelli un’eventuale decorazione dell’argento, questo autore che ha percorso strade veloci per contrastare fuochi orrendi, disegna a matita forte la sua propria geografia e cerca strade dove sa che, di tanto in tanto, lasciano transitare in solitudine , solitari poeti”.

Un piccolo assaggio del libro

- CONTROBUIO
- DEL GRIGIO
- E LA Sà™BITA QUIETE
- LA PIUMA