Bari sardo e i suoi martiri

Ai caduti e ai combattenti di tutte le guerre

A cura di: Gian Luisa Carracoi

Anno: 2019
Pagine: 306
ISBN: 9788898692699
Prezzo: € 18,00
Formato: 16,5×23,5
Note: postfazione di Marina Moncelsi
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Il volume

Questo libro è un omaggio, un ricordo, un tassello di memoria che l’autrice offre ai suoi concittadini e a tutti i lettori. Il racconto prende avvio il 24 maggio 1915, quando anche in Sardegna giunse un terribile annuncio: Vittorio Emanuele, Re d’Italia, aveva dichiarato guerra all’impero asburgico. I cannoni tuoneranno fino al 1918 e fu una strage di uomini e di luoghi. Anche i sardi presero parte alla guerra, anche loro andarono al fronte in divisa. Erano in maggioranza contadini e pastori, ma anche operai,  artigiani o piccoli commercianti, quasi tutti con un grado di istruzione non oltre la terza elementare. Molti, troppi, non sono più tornati indietro. Coloro che rientrarono portarono con sé il ricordo di un’esperienza dura e dolorosa, di violenza e di sofferenza difficile da raccontare;  avevano provato a farlo dal fronte affidando il racconto soprattutto a foto, cartoline, qualche lettera o pagina di taccuino che costituiscono oggi il patrimonio di memorie familiari.

Gian Luisa Carracoi racconta le vicende della Grande Guerra, così come le avevano vissute i soldati partiti da Bari Sardo ma va anche oltre il Carso e l’Isonzo, in una narrazione che si snoda  tra le guerre in Africa Orientale, in Spagna, e lungo il devastante Secondo conflitto mondiale. La Grande Storia diventa, nello studio dell’autrice, memoria e conoscenza feconda per tutti, in particolare per le nuove generazioni.

Dalla Postfazione

[...] Che la Grande Guerra sia stata una iattura, da qualunque parte la si voglia vedere, E’ ormai un dato assodato e non è necessario essere pacifisti per condividere. Ciò che invece è meno unanime è la visione della portata di quella tragedia: un sociologo ne vedrà aspetti in parte positivi, un politologo non potrà esimersi dal considerarne le ferite rimaste aperte nei rapporti internazionali (ferite che, non dimentichiamolo, saranno causa delle successive guerre in Europa e in medio Oriente, per giungere alla più recente e drammatica dissoluzione della Jugoslavia), mentre altri aspetti non interamente negativi potranno apparire all’economista o all’antropologo.

Ma chi vuole presentare uno studio sulla partecipazione alla Grande Guerra di una popolazione ristretta localmente, come in questo caso, resterà nel territorio per guardare a quelle vicende con un doveroso senso di distacco rispetto a quanti vogliono darcene una visione per così dire universale.

Gian Luisa Carracoi ha scelto di studiare una comunità non limitandosi a fare la storia dei soldati bariesi in guerra, ma presentandocela nel suo insieme; e pur seguendo i giovani coscritti dall’Ogliastra fino al fronte, lo sguardo passa dal prima al dopo dentro il paese, fino al 1945.

Hobsbawm ci parla di secolo breve a proposito del Novecento, che dal 1914 va a concludersi nel 1991 con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, anticipando dunque a quella data la conclusione di quest’epoca.

Ma per un paese che viveva il proprio tempo senza preoccuparsi del conflitto tra regimi totalitari e capitalismo, un paese in cui la società e l’economia erano immutate e immutabili da decenni, la coscrizione del 1915 rappresentò una catastrofe: le migliori braccia vennero strappate alla terra e agli affetti per precipitare in un mondo altro, sconosciuto e incomprensibile; e quando, con il primo dopoguerra e il rientro dei reduci, si ricostruì faticosamente una normalità, ecco che un nuovo sconvolgimento tradisce ogni aspettativa e un’altra guerra giungeva a riprendersi la gioventù del posto.
E giustamente il lavoro di Gian Luisa Carracoi considera anche la 2a guerra mondiale, con i suoi caduti e quelli che, più fortunati, fecero rientro alle loro case, compresi i prigionieri dei due schieramenti opposti: tutti accomunati dalla grande tragedia che li aveva ghermiti da lontano.

Un’opera di ricostruzione della memoria del territorio e meritoria, soprattutto quando non indulge alla narrazione epica o alla testimonianza (che pure è importante documento, ancorché non ufficiale).

In questo libro la memoria orale si affianca alla meticolosa e puntuale ricerca archivistica, attraverso la quale l’Autrice ha potuto riconsegnare alle generazioni più fortunate – quelle che non hanno conosciuto le grandi tragedie del nostro Novecento – il profilo biografico delle vittime.

Sono persone comuni, definite eroi pur senza conoscere le reali motivazioni che le hanno spinte verso il fronte e, in molti casi, verso la morte.

Proprio la loro normalità ha costituito uno dei maggiori ostacoli che il ricercatore deve affrontare: dell’eroe noto alla grande Storia si sa tutto, ma delle vite ordinarie si conosce poco o niente; e neppure le scarne notizie militari dei Fogli Matricolari può ricostruirne la personalità. Eppure il lavoro di Gian Luisa Carracoi riesce a tracciarne un’identità, una biografia che ridà vita a questi nomi iscritti in lapidi collettive o in polverosi registri d’archivio. Ha, insomma, restituito non solamente un volto o una vita familiare a quei nomi, ma ha anche reso loro la meritata dignità storica.

Marina Moncelsi